KIMURA TAKUYA: La nascita dell'IDOL

(Takuya Kimura, promotional picture, 2018)


IDOL CULTURE

Elvis Presley fu il primo idolo della storia moderna. The King non solo spopolò in ambito musicale (è colui che rese popolare il rock’n’roll a livello globale) ma fu anche un attore adorato a livelli di fanatismo cieco. Allo stesso tempo, i Beatles possono essere considerati come la prima boy band oggetto di vera e propria idolatria. Il più recente fenomeno asiatico dell’idol (ovvero colui/colei che sin da ragazzino/a si dedica anima e corpo alla cultura popolare, tra musica, televisione, moda, pubblicità e presenza massiccia nei mass-media) è tuttavia qualcosa di ben più estremo. Si tratta inoltre di un prodotto preconfezionato soggetto a rigide regole di mercato. 


(Kimura in Hundred Million Stars from the Sky, 2002)


L’idea dell’idol nasce in Giappone, e va di pari passo al fenomeno dei manga e degli anime sia per quanto riguarda i livelli di devozione da parte dei followers che per la popolarità conseguita all’estero. Se manga ed anime sono arrivati in occidente con estrema rapidità grazie ad un linguaggio visivo diretto ed universale, la musica pop - rampa di lancio e veicolo principale per la carriera dell’idol - è entrata solo recentemente nel subconscio occidentale in maniera massiccia, dovendo fare un percorso più tortuoso passando attraverso la Corea del Sud. Certamente le sigle dei cartoni giapponesi avevano già allenato molti orecchi alla bizzarria di certi suoni, spesso tuttavia, proprio a causa della barriera culturale, le sigle degli anime televisivi giapponesi venivano per lo più rifatte da artisti dei rispettivi paesi di esportazione. Questo avveniva di norma in Italia (vedere a tal proposito la mia recensione del libro Si Trasforma in Un Razzo Missile). 


(Yamashita Tomohisa, detto Yamapi, uno degli idol giapponesi più popolari dal 2005 in poi)


Di questi tempi la popolarità di singoli artisti o gruppi è divenuta un fenomeno decisamente più effimero a causa di un mercato insaziabile nel lancio di nuovi “prodotti”. Oggi il gruppo idol più famoso al mondo è certamente quello dei Sud Coreani BTS, boy band formatasi nel 2013 ed esplosa prima in USA nel 2017 e l’anno seguente in Europa. Il perché del passaggio da fenomeno di nicchia (otaku e cosplayers esistono da anni ovunque, grazie appunto al fenomeno degli anime, ma sino a tempi recenti si trattava di sparuti gruppetti) a fenomeno di massa lo si può identificare sia nel salto generazionale laddove sempre più persone vengono esposte alla cultura popolare asiatica, che in fattori politico-economici di enorme rilevanza (come la sempre più stretta co-operazione tra Corea del Sud ed USA). È infatti doveroso precisare, al fine di dare la corretta prospettiva al fenomeno dell’idol, che si tratta di un ingranaggio realmente infernale che produce introiti da capogiro, tanto da essere l’assetto principale per l’export della Corea del Sud, con un fatturato per svariati miliardi di $$$. Con questo in mente, riprendiamo l’interessantissima storia dall’inizio, tornando in Giappone.


PERCHÉ IDOL

Kimura Takuya nasce a Tokyo il 13 novembre 1972. Cresce tuttavia nella Prefettura di Chiba, dove pratica con passione il surf, che rimane tuttora il suo sport preferito.
All’età di 14 anni Kimutaku (nomignolo con cui è conosciuto in patria) viene arruolato a tempo pieno dall’agenzia di PR Johnny’s. Il recentemente scomparso boss nippo-americano Johnny Kitagawa, fervente “ammiratore” dei ragazzini minorenni, nei primi anni Sessanta ebbe l’idea di fare da manager a bei teenager dal talento musicale (il mestiere di bidello in una scuola media maschile avrebbe reso decisamente meno, e non gli avrebbe certo garantito di esser circondato da cotanta bellezza!). Dotato di un fiuto notevole, con i profitti del suo “duro lavoro” Kitagawa mise insieme una vera propria boarding school, dove i ragazzini, reclutati a livello nazionale, potevano vivere, studiare e praticare musica, canto, ballo e recitazione 24/24. Si tratta tuttora di un ambiente quasi militaresco, dove ai teenagers dagli ormoni galoppanti viene proibito il contatto con il mondo esterno, e dove il vecchio codice samurai dello shudō veniva segretamente adeguato ai tempi (come più volte rivelato, tra scandali più o meno insabbiati).


(Kimura fine anni 90)


Siamo agli albori degli anni Novanta: la cultura popolare giapponese ha oramai raggiunto il suo apice di bizzarria, con trasmissioni TV al limite del delirio in cui vengono fatti giochi spesso umilianti al fine di intrattenere a tutti i costi una popolazione sopraffatta dallo stress di una feroce ed alienante competizione scolastica e lavorativa. Per quanto riguarda la musica, il così detto city-pop (pronunciato shitī poppu, ma non è tutto "shit", davvero!! :D) che aveva spopolato nel forzato boom economico degli anni ’80, sembra voler cercare una nuova forma di spensieratezza non appena scoppia la bolla speculativa nel 1989/90.
Nel 1991 il nostro Kimura, non era un teenager particolarmente avvenente. (Nota: A quei tempi i canoni estetici erano molto diversi da quelli di oggi, in cui regna un look sempre più androgino. Chi si dedicava al mondo mediatico non si sottoponeva a chirurgie plastiche e dentali per correggere i propri difetti, ma si presentava in modo naturale. Tuttora il Giappone - cosa molto apprezzabile - pare non aver adottato la pratica di trasformazione estetica oramai virale in Corea del Sud.) 

(I piccoli SMAPpini: Kimura in rosso)

Il giovanissimo Takuya era tuttavia dotato di una personalità carismatica ed una determinazione ferrea. Dopo aver fatto il ballerino per gli Hikaru Genji, debutta ufficialmente con il gruppo degli SMAP (allora un sestetto), con cui si era preparato giorno e notte per ben 3 anni. 
Grazie al musical tratto dall’anime I Cavalieri dello Zodiaco, che li vedeva come protagonisti, ed all’apparizione costante in programmi TV dedicati ai giovanissimi (con una trasmissione interamente a loro dedicata, I Love SMAP), presto il gruppo finisce di spopolare nella famosa classifica nipponica oggi conosciuta come Oricon (il mercato giapponese della musica, sappiatelo, ha oramai superato persino quello americano!). Arrivano i concerti in arene giganti, i contratti pubblicitari faraonici e la popolarità in tutta l’Asia dell’Est, Cina e Russia. 
È nato così il fenomeno dell’idol e del J-pop come lo conosciamo ora: attraverso un tirocinio e bombardamento mediatico premeditato, di cui Kimura diviene assoluto protagonista grazie all’improvviso successo personale in vari dorama televisivi ancora oggi molto godibili. La Johnny’s diventa così un’inesauribile fucina di boy-bands sulla falsariga degli SMAP (di cui Arashi e KAT-TUN sono i più famosi) trasformandosi in un asset economico nazionale in grado di soffocare gli sporadici tentativi di denuncia per molestie sessuali e corruzione, e che è tuttora in auge.



SUPERSTAR: TV & CINEMA

Tornando al talentuoso Takuya Kimura, uscito dall’età adolescenziale si trasforma in un bellissimo ragazzo dalla chioma fluente e dal classico profilo giapponese (da samurai), dall’aria sana, sportiva e romantica ma con un che di misterioso e sensuale. Nel 1996 arriva il devastante successo di Long Vacation (durante le ore di trasmissione di questo dorama, si dice che tutte le donne scomparissero dalle strade del Giappone per sistemarsi davanti alla TV), grazie al quale Kimura diventa l’emblema del giovane maschio moderno nipponico. Il suo sguardo caldo ed intenso, la mimica facciale peculiare (in particolare il modo accattivante di sorridere) ed il corpo tonico ed abbronzato si tramutano in un vero e proprio brand.



Anche con gli SMAP (sul cui prodotto musicale, che varia dal pop melodico tradizionale al pop-rock da stadio, alle cover di classici occidentali, non mi soffermo) diventa il centro dell’attenzione: tra i 5 membri è quello dotato di una voce bella e particolare, e balla con una flessuosità e destrezza (imitando spudoratamente Michael Jackson) che fa impazzire il pubblico. Prima J-popstar a schiarirsi i capelli, assurge ad icona della moda.
Da allora Kimura diviene l’anchorman della televisione giapponese: ottiene di routine parti da protagonista in dorama che raggiungono indici d’ascolto vertiginosi, è protagonista di spot pubblicitari di marche di prestigio (Nikon, Levi’s, Gatsby, Nissan, Fujitsu, etc.), e (insieme al resto degli SMAP) diventa presentatore di un programma di varietà chiamato SMAPXSMAP, che durerà la bellezza di 20 anni!!!





Naturalmente il cinema non poteva non accorgersi di lui. Nel 2004 ottiene una parte nel meraviglioso 2046 (sequel di In the Mood for Love) del celebrato regista di Hong Kong Wong Kar-Wai. È con questo film che Kimura calpesta per la prima volta il tappeto rosso di Cannes.
Due anni dopo ottiene per la prima volta la parte di protagonista in un film serio giapponese. In realtà le pop star allora non venivano viste di buon occhio dal mondo della celluloide. Quando, già trentatreenne (nel film dimostra 10 anni di meno, nonostante la rasatura da samurai), viene scritturato dal famosissimo regista Yamada Yojī, per la parte del protagonista in Bushi no Ichibun - L’Onore del Samurai, i critici cinematografici arricciarono il naso. Il film del 2006, era infatti l’ultimo capitolo della famosa “trilogia del samurai” dell’ora ottantottenne regista, insieme a Tasogare Seibei - Il Crepuscolo del Samurai e Kakushi ken: oni no tsume - Lama nascosta: Artiglio del Demone. Mentre i due film precedenti non erano stati accolti favorevolmente dal pubblico giovanile, grazie alla presenza di Kimura nella parte di male-lead L’Onore del Samurai batte ogni record d’incassi ai botteghini. Inoltre la critica è costretta ricredersi circa il suo talento innegabile. In Europa il film viene presentato alla prestigiosa Berlinale del Cinema col nome di Love And Honor.



(Bushi no Ichibun, 2006)



DA CAPITAN KODAI A MYAMOTO MUSASHI

Nonostante questo successo, la Johnny’s gestisce la carriera “solista” di Kimura concentrandosi sui dorama televisivi e gli ingaggi pubblicitari, entrambi enorme fonte di guadagni. Tra i suoi film successivi, sono degni di nota I Come with the Rain di Anh Hùng Trân (regista vietnamita di Norwegian Wood) del 2009, il blockbuster Corazzata SpazialeYamato dell’anno seguente (live-action dall’anime omonimo del maestro Matsumoto Leiji, in cui interpreta in maniera accattivante il Capitano Kodai Susumu (che gli procura il soprannome di Captain) e La Lama dell’Immortale del 2017, che (ad oggi) si può considerare come l’apice della carriera cinematografica di Kimura.


(Captain Kodai Susumu, 2010)


La Lama dell'Immortale infatti rappresenta una svolta particolarmente importante per l’attore, che per la prima volta viene chiamato a recitare da uno dei registi-icona del cinema giapponese e mondiale, Miike Takashi. Il regista di culto venne criticato per la scelta di Kimura, forse oramai fossilizzato nella sua gabbia dorata di idolo sul viale del tramonto (è quarantaquattrenne quando ottiene la parte del ronin-eremita guercio, Manji), ma egli spiegò come solo Kimura potesse realmente comprendere la profonda solitudine del personaggio, proprio per via dell’immensa fama che lo ha condotto ad una vita fuori dalla normalità e priva di reali contatti sociali. All’uscita del film, la critica accoglie positivamente la prova di Kimura, che con questo live-action si presenta per la seconda volta a Cannes.

(Manji, Blade of the Immortal, 2017)

Inutile soffermarsi sulle innumerevoli prove di talento dimostrate in una serie lunghissima di dorama di alta qualità e di vario contenuto. Annovero tra i miei preferiti: Sora Kara Furu Ichioku no Hoshi (Hundred Million Stars from the Sky) del 2002 (la sua parte più dark e celebrata dalla critica), MR.BRAIN del 2009 (dove interpreta la parte di uno scienziato-investigatore eclettico e simpaticissimo) ed Ando Lloyd - A.I. Knows Love? del 2013 (dove interpreta magistralmente la parte di un androide, anche grazie al suo background da ballerino - Nota: “Ando Lloyd” suona in giapponese come “androide”!). 
Per i fans dei samurai nel 1997 interpreta la parte di un giovanissimo e pazzerello Oda Nobunaga nel film per la TV Oda Nobunaga: Tenka wo Totta Baka, e nel 2014 è l’interprete di Musashi Myamoto, film per la TV in due parti in cui dimostra le sue capacità professionali ed atletiche nei panni del celeberrimo maestro della katana.


(Myamoto Musashi, il più grande spadaccino del Giappone)



IL FUTURO DELL'IDOL

Kimutaku è stato quindi il primo vero grande idol conosciuto anche fuori dall’Asia (è stato un’icona gay in America), e certamente il più grande che abbia sinora avuto il Giappone. Come membro degli SMAP ha avuto un’influenza enorme sulla cultura popolare nipponica, tanto che il successo straordinario e duraturo della band è stato annoverato dal Japan Times tra gli “eventi più importanti” dell’epoca Heisei! 

(Il pilota di linea Shinkai Hajime, Good Luck, 2003)

Eppure fu proprio Kimura a mettere in pericolo l’esistenza del gruppo. La prima volta nel 2000, quando, contravvenendo agli ordini tassativi della Johnny’s, sposa a sorpresa la cantante pop Kudō Shizuka, dopo che questa rimase incinta (da lei avrà 2 figlie). Le imposizioni del manager erano mirate al mantenimento della popolarità dell’idolo. La regola a cui tutti gli idols si devono tuttora attenere è infatti quella di nascondere le proprie relazioni sentimentali (di qualunque orientamento esse siano) per non alienare un pubblico devoto ma “irrazionale”. Ebbene, Kimura spezza con grande coraggio questa regola annunciando il proprio matrimonio durante un concerto ripreso in diretta TV, dichiarando, da bravo giapponese, che una delle sue più grandi aspirazioni nella vita è quella di essere un buon marito ed un buon padre. Anche se la Johnny’s non lo perdonerà facilmente, a sorpresa le fans reagiscono adorandolo ancora di più. Dopo questo “intoppo” infatti la sua carriera continua a decollare, diventando il modello del marito moderno e di successo, che si sposa per amore e, come se non bastasse, con una donna più vecchia di lui di quasi 3 anni (cosa molto inusuale in Giappone).

(Foto promozionale 2018)

Kimura cerca di andare contro le regole una seconda volta quando annuncia di voler lasciare gli SMAP nel 2015, dopo l’uscita del XXV album e l’ennesimo tour di ben 15 stadi. Questa volta la reazione dei fans è inattesa e brutale, tanto che egli è costretto a chiedere pubblicamente scusa, e la band continua ad espletare i propri fitti impegni sino al dicembre 2016, quando finalmente si scioglie. Si mormora che dietro alla marcia indietro di Kimura ci sia stata la moglie (ex-idol pure lei, ma dal successo sporadico), particolarmente interessata al decollo della carriera della giovane figlia Koko, copia carbone del padre.

(Cosmopolitan Japan, 2019)


La fine degli SMAP è certamente stata vissuta da Kimura come una grande liberazione (così come dagli altri membri del gruppo, sempre in ombra rispetto a lui, anche se tutti molto attivi nel campo dello showbiz). Ma si è trattato della fine di un’era. Gli SMAP erano la band che rappresentava ufficialmente il Giappone nel mondo (un po’ come il nostro Boccelli, pensate un po’), sempre al fianco del Primo Ministro Abe ed in tournée come ambasciatori culturali all’estero. Proprio a loro, e con larghissimo anticipo, era stata affidata l’apertura dei Giochi Olimpici del 2020, ed avrebbero certamente cantato al posto degli Arashi al concerto dell’incoronazione del nuovo Imperatore Naruhito.

(Foto promozionale 2018)


Insomma, la carriera di un grande idol giapponese è una cosa dannatamente seria, ricca di implicazioni politiche e socio-economiche. Il futuro? È molto improbabile che il Giappone ufficiale si lasci infangare da torbide storie di abusi sessuali e suicidi per cyberbullismo come quelle che fuoriescono sistematicamente dal mondo del K-pop. La vita privata dell'idol è protetta dalla legge giapponese, ed i fans, anche se organizzatissimi e devotissimi (immaginate i "sorcini" di Renato Zero) si comportano quasi sempre con rispetto. 
Purtroppo non è così in Corea del Sud, dove i followers degli innumerevoli idols portano all'estremo il loro fanatismo da hooligans del football.
Nel frattempo, si è assistito all’interessante nascita del fenomeno dell’idol anche in Cina, la quale ha osservato con attenzione i modelli nipponici e coreani della produttività economica ed influenza sulle masse giovanili attraverso la cultura pop: oggi il mondo della musica cinese e delle (ottime!) serie televisive è invaso da bellissimi idol, alla faccia di chi dice che “i cinesi sono brutti”! Restiamo a vedere, poiché dalla cultura pop talvolta escono anche dei mostri imprevedibili ed indomabili.


(Myamoto Musashi: l'ultimo duello)



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