ZHANGJIAKOU: OLTRE LA GRANDE MURAGLIA





Forse perché sono uno spirito libero, ho sempre adorato la cultura nomade, in particolare quella Mongola, ed ho un inoltre un forte legame con il Buddismo Tibetano intriso di sciamanesimo. Sono quindi felice di aver scoperto, attraverso una serie televisiva cinese ambientata negli anni appena precedenti all'invasione nipponica chiamata 義道 /Yidao (tradotto in inglese come Road of Loyalty, ma purtroppo si trova solo sottotitolato in mandarino) un luogo davvero affascinate, e per me assolutamente da visitare.

Ecco alcuni esterni ed interni tratti dal drama Yidao:




(Qui sopra e sotto, due scene raffiguranti la Camera di Commercio giapponese)








Zhanjiakou è sia una prefettura che una città. 
Si trova nella provincia del nord della Cina, Heibei, che significa a nord del fiume (Huang He). Confinando a sud con enorme municipalità della capitale Pechino, e a nord con quella che oggi chiamiamo la Regione Autonoma della Mongolia Interna, si trova pertanto in una posizione strategica che collega il grande nord (che si spinge fino alla Russia, e quindi l'Europa continentale) con Beijing (e quindi la affluente costa orientale e sud-orientale della Cina). 




La sua storia sprofonda realmente negli abissi di tempi immemorabili. Ritrovamenti risalenti al Paleolitico testimoniano la presenza riconducibile all'Homo Erectus risalente a ben oltre 1.300.000/2.000.000 di anni fa, facendo pensare che le prime migrazioni dall'Africa siano state molto antecedenti a ciò che si riteneva sino a tempi recenti. E proprio qui la leggenda dice che si sia formato il popolo cinese, nel 2500AC, attraverso tre mitici regnanti che, dopo aver battagliato a lungo, fusero le proprie tribù in una unica popolazione, Huaxia. 




La zona di Zhangjiakou continuerà ad essere teatro di invasioni e guerre, tanto che già a partire dal 300AC circa si inizia a costruire la Grande Muraglia, che continua ad espandersi sotto le varie dinastie. Le ferocissime tribù nomadi del nord sono tuttavia difficili da contenere e spesso infliggono disfatte umilianti agli enormi eserciti dei potenti regnanti delle province del sud e dell'est. Nel 1211 l'esercito forte di 90.000 uomini al comando di un certo Genghis Khan (personaggio, che devo ammettere, mi sta molto simpatico) sconfigge quello composto da ben 450.000 uomini del Regno di Jin, dando inizio al regno Mongolo e il suo periodo di acculturazione (anche loro, come dapprima i regni Coreani e quello di Yamato, impararono dalla cultura cinese la scrittura, le arti e la tecnologia assorbendo Confucianesimo, Taoismo e Buddismo). 


(Genghis Khan invade la Cina)




Tra alti a bassi, le popolazioni del nord continuano a portare il terrore in Cina, e la Grande Muraglia continua ad espandersi. In epoca Ming, ottenuto finalmente un trattato di pace duraturo (1571), Zhanjiakou si trasforma da fortezza militare ad importante mercato di cavalli di importazione mongola. 
Da allora i commerci diventano la fonte principale della prosperità della città, corridoio fondamentale per l'esportazione verso la Siberia di seta, cotone, tabacco e tè. Nel 1700, in autunno, era costume vedere lunghe carovane di cammelli pronte a partire verso il deserto del Gobi. Nel XIX secolo, postazioni commerciali, magazzini e residenze private di commercianti russi apparvero all'ombra delle possenti mura della città. 



(Nel deserto del Gobi... con il cellulare!)



Agli albori del 1900 la Cina è un impero stremato, da tempo dilaniato dalle spietate mire delle potenze occidentali (fatali furono le due Guerre dell'Oppio con la Gran Bretagna, che rese la popolazione cinese pesantemente assuefatta alla droga esportata in massa dalla sua colonia indiana) e dalla virulenta aggressività del Giappone imperiale. Quest'ultimo occupa nel 1931 la Manciuria, costituendo lo stato-fantoccio del Menjiang con a capo l'ultimo imperatore della dinastia Qing, Pu Yi, da cui manovrano i propri interessi commerciali e finanziari (il commercio dell'oppio prosegue senza sosta), nonché a testare armi chimiche al fine di aggredire il resto della Cina, il che avviene nel 1937. Come Shanghai, anche Zhanjiakou cade sotto il dominio giapponese sino alla sconfitta nipponica nella Seconda Guerra Mondiale*. 


(La tragica figura di Pu Yi, immortalato nel film L'Ultimo Imperatore di Bertolucci)


Oggi Zhanjiakou è ancora conosciuta come la "Porta Nord di Pekino", e comprende una popolazione multietnica che comprende, oltre a cinesi Han, Mongoli, Manchù, Tibetani, e molti altri. 
Oggi sta godendo di una importantissima rinascita. Nel 2014 è infatti stata nominata città modello per la sostenibilità, l'uso di energie rinnovabili e l'ecologia cinese. Un ambizioso piano di riforme e pianificazione strategica ha fatto si che la città faccia già abbondante uso di energia solare e eolica, che tra 10 anni coprirà l'80% del fabbisogno privato, pubblico e commerciale, mentre il settore manifatturiero dovrà essere completamente dipendente da energia rinnovabile. Dopo aver assistito alla costruzione di un ospedale immenso in soli 10 giorni, durante la crisi del covid-19, c'è da scommettere sull'esito positivo del progetto, che sarà un modello per la Cina stessa e per il resto del mondo. **


(Mulini a vento per l'energia eolica nelle praterie di Zhanjiakou: un paesaggio che mi ricorda la Cornovaglia e la Scozia)


(Ghiaccio sulle acque cittadine di Zhanjiakou)


Per chi fosse curioso di visitare questa città ed i suoi spettacolari dintorni, le Olimpiadi Invernali del 2022 potrebbero essere l'occasione giusta per scoprire il suo turismo ecosostenibile. 
La città è raggiungibile da Pechino attraverso una meraviglia tecnologica: il terno senza guidatore più veloce del mondo che, con i suoi 350kmm orari, collega le due città in meno di un ora (contro le circa 4 dei treni convenzionali).*** 



(Il treno super-veloce tra Beijing e Zhangjiakou passa accanto alla Grande Muraglia)



La zona è particolarmente attraente in primavera ed in autunno (le estati sono umide e piovose), ma anche durante il lungo inverno, freddo ma secco. Vi sono quasi 3000 siti culturali tra cui scegliere! Oltre alla Grande Muraglia, che a Zhanjiakou costituisce un vero e proprio museo (Great Wall Museum) per una delle opere più imponenti mai costruite dalla civiltà umana, vale la pena visitare gli antichi borghi e villaggi etnici in cui si può soggiornare nelle yurta mongole. 

Ancora delle belle fantastiche immagini dalla serie Yidao








Una gita splendida è quella al Monte Jiming, ad un ora da Zhangjiakou (treno per Jimingshan, poi taxi), dove si può salire con una camminata di un'oretta fino al tempio, dove si respira aria di Tibet, e da cui si può godere di un paesaggio mozzafiato. In primavera il monte è coperto da peschi in fiore! 







Approfondimenti:









Nota: tutto il materiale fotografico è stato amorevolmente scelto da ricerca google; purtroppo non sono in possesso dei dovuti crediti.












  

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