LA BEIJING STORICA DA VISITARE

 


Nella preparazione di una sorta di diario in cui vado annotando i posti che desidero ardentemente visitare nel Far East (non appena la situazione lo consentirà), resto quotidianamente allibita dalla magnificenza ed abbondanza dei luoghi straordinari che attirano la mia attenzione come sirene incantatrici. (In copertina, i meravigliosi giardini imperiali del Summer Palace, Beijing)

È dalla Cina che intendo partire, in quanto indiscussa culla della civiltà del Far East ed una delle grandi culle della civiltà in generale, insieme a quella Indiana, Egizio-Mesopotamica, Fenicia ed Ellenica. 

Ecco un itinerario comprendente i soli siti UNESCO di Beijing e dintorni (le altre fantastiche attrazioni della capitale dovranno andare su un articolo separato!). Sapevate che Cina ed Italia si dividono il primato mondiale del maggior numero di siti riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell'Umanità? Sono, al 2019, ben 55! In Cina, 7 siti UNESCO si trovano nella capitale Beijing o nelle sue vicinanze: è una buona occasione per saperne di più sull'incredibile storia di un grande paese.

Cominciamo da lontano. La Cina vanta una storia plurimillennaria. Fu proprio nelle vicinanze di Beijing che fu rinvenuto l'homo erectus pekinensis, risalente al Medio Pleistocene (770.000-126.000AC). Nel Neolitico e nell'Età del Bronzo, lungo il Fiume Giallo e lo Yangtze fiorirono civiltà che hanno lasciato artefatti bellissimi e che gettarono le fondamenta a splendori artistici, rivoluzioni tecnologiche e sistemi filosofici scanditi attraverso un'incredibile sequenza di Dinastie. La mappa storiografica cinese ufficialmente parte dal 2000AC, anche se attualmente si tende ad anticipare di alcuni millenni. 




1) A 42km. a sud-ovest di Beijing c'è
Zhoukodian, località in cui nel 1921 furono rinvenuti resti di 40 individui risalenti al Medio Pleistocene di homo erectus pekinensis con scheletri di animali preistorici appartenenti a 200 specie diverse e numerosi utensili. Dieci anni dopo si scoprono, tra le altre cose, teschi di homo sapiens arcaico risalenti a 300,000 anni fa circa), lo scheletro di una tigre dai denti a sciabola e di una iena gigante che pesava all'incirca 110kg., oltre ad insediamenti di homo sapiens sapiens (20.000-11.000 anni fa) con artefatti ed abitazioni in grotte di due piani. Purtroppo quasi tutto viene perso durante l'occupazione giapponese del 1941, ma dal 1949 in poi sono stati scavati innumerevoli siti con migliaia importanti rinvenimenti, raccolti in un museo.  

Facciamo ora un balzo in avanti, sino al secondo millennio prima di Cristo. Sapete che il cinese è, insieme al tamil (parlato in India del Sud, Shri Lanka, Singapore, etc.), la lingua parlata e scritta più antica al mondo? 


Scrittura su bronzo, 825AC, epoca Zhou

Qin / Han Dynasty (221AC-220DC)


Già nel 1400AC il sistema di scrittura cinese comprendeva circa 3000 caratteri. Questi poi si espansero ulteriormente fino agli inizi della Dinastia Zhou (primo millennio prima di Cristo). Antecedentemente all'invenzione della carta fatta interamente di fibre vegetali da parte di Chi Lun qualche decennio prima del 105DC (data in cui presenta la carta all'Imperatore He, all'inizio della Dinastia Han), si scriveva su osso, legno, pietra, tavolette cerate, bronzo e seta. Esistevano tuttavia da alcuni secoli veri e propri libri fatti di canne di bambù: si scriveva verticalmente sulle listarelle individuali, per poi legarle insieme (ecco perché la scrittura cinese è verticale) ed arrotolarle in comodi scroll. Questi erano principalmente utilizzati come record governativi. Lo scroll di bambù più antico rinvenuto sinora risale al 500AC, tuttavia su questi documenti si fa specifico riferimento a libri esistenti sin dal 1250AC (Dinastia Shang).*

 

Scrittura cinese su bellissimi scroll di bambù 


*Vale la pena ricordare che l'invenzione della carta arriva in occidente attraverso gli Arabi, che ne iniziano la produzione a Samarcanda utilizzando le conoscenze dei prigionieri di guerra cinesi. Questi la introdussero a Baghdad, poi in Spagna nel XII secolo. Il mulino per la produzione della carta di Fabriano, il secondo in Europa dopo quello spagnolo, data 1276. In Giappone, invece, l'arrivo della carta risale probabilmente all'introduzione del Buddismo intorno alla metà del 500DC attraverso il regno coreano di Baekje (incoraggiato dal potente clan Soga, di origine coreana). Alcuni decenni dopo, nel 610DC, il monaco Tam-Jing (Donchō) dal regno coreano di Goguryeo costruisce in Giappone il primo mulino ad acqua per la macina del riso e dei cereali, ma utile anche alla produzione della carta. È grazie all'introduzione di questa tecnologia cinese che inizierà la ricca e raffinata tradizione nipponica della produzione della carta.

Intorno alla metà del primo millennio dopo Cristo, lo sviluppo tecnologico, filosofico ed artistico dell'Impero cinese (che a sua volta attinge dalla civiltà Indiana e del Medio Oriente) ha già fatto da trampolino di lancio per la nascita e fioritura della civiltà in tutto l'Est Asiatico, influenzando in maniera determinante il regno di Yamato (Giappone) e quelli della Penisola Coreana. Appena dopo l'anno Mille, sotto la Dinastia Song, si inventano tra le altre cose la stampa a caratteri movibili, il compasso, e la polvere da sparo (inizialmente usata per i fuochi artificiali). Alla fine del 1700 la Dinastia Qing regnava su uno dei più vasti e ricchi imperi della storia dell'umanità. 



Splendido esempio di cinese antico del maestro calligrafo contemporaneo Ruan Tian Chao


2) Uno dei simboli della Grande Cina è sicuramente la Grande Muraglia, che da Beijing si può visitare grazie agli innumerevoli tour organizzati (evitare il periodo delle vacanze!). Costruita in gran parte da 3 dinastie, Qin (221-206AC), Han (206AC-220DC) e Ming (1368-1344) per contenere le invasioni dei "barbari", in realtà proprio una di queste popolazioni, i Manchu del nord-est, regnarono poi sulla Cina dal 1644 al 1912 come Dinastia Qing. Sappiamo inoltre come il condottiero mongolo Temujin/Gengis Khan, per vendicarsi di antiche sconfitte e per acquisire le fantastica ricchezze materiali e culturali dell'Impero Celeste, nel 1213 invase la Cina, formando così l'Impero più vasto mai esistito al mondo (anche se durò poco, nel 1279, al suo apogeo, l'Impero Mongolo contava la bellezza di 32 nazioni odierne, dalla Polonia alla Corea!). La muraglia servì quindi essenzialmente a provvedere confini geo-politici stabili, postazioni utili ai commerci con l'estero, lavoro salariato per milioni di uomini e, non ultimo, a rappresentare la magnificenza dell'Impero nei secoli.

3) Restando fuori da Beijing, ovvero a circa 43km dal centro della metropoli, troviamo le 13 Tombe della Dinastia Ming. Dopo la costruzione del nuovo Palazzo Imperiale (la favolosa Città Proibita) nel 1420 l'imperatore Yongle iniziò la costruzione del proprio mausoleo, che divenne poi la tomba ufficiale di tutti gli imperatori Ming.


Imperatore Yongle, Dinastia Ming: un tipo modesto!


Esistono ancora molti luoghi comuni sulla Cina. Uno di questi è che a partire dalla nascita della Repubblica Popolare nel 1949 il governo cinese abbia fatto tabula rasa di tutto quanto la Cina imperiale avesse prodotto nei secoli, sia culturalmente che materialmente, e che quel poco che è stato recuperato a partire dagli anni '80 in poi sia un disprezzabile falso per turisti rimbambiti. Niente di più falso. Non solo esistono innumerevoli templi, palazzi e fortezze antichi nel loro stato originale o riportati al loro passato splendore, ma dagli anni '80 in poi c'è stato un graduale ma costante ed appassionato recupero dei beni culturali non ancora restaurati nel dopoguerra. Il supporto dei cittadini è tangibile: avendo trovato una nuova affluenza, i cinesi sono più che mai interessati alla propria storia ed alle usanze delle diverse etnie che compongono il loro vasto, incredibile paese. 


La Città Proibita vista dal Parco Imperiale Jingshan

Rappresentazione della Città Proibita del 1500


4) Entriamo finalmente nel cuore di Beijing! La Città Proibita, con le sue 980 stanze, 12 palazzi dai nomi suggestivi (vedere sotto) abitati dall'Imperatore, la sua famiglia diretta, concubine, eunuchi, dottori e guardie del corpo, più gli splendidi giardini che si estendono su ben 72 ettari, per 505 anni fu la reggia imperiale di 14 imperatori Ming e 10 imperatori Qing. Oggi prende il nome di Palace Museum e si trova a nord della famosa Piazza Tienanmen. Dopo la guerra civile tra nazionalisti e comunisti, il governo perdente di trasferì a Taiwan: nella capitale Taipei vi è ora il National Palace Museum in cui si trova una collezione permanente di circa 700.000 preziosissimi pezzi appartenenti alla storia millenaria dell'Impero cinese, un tempo accasati nella Città Proibita. 


Parte del Meridian Gate

Padiglione della Suprema Armonia, nel centro della Città Proibita 

Il trono nel Palazzo della Purezza Celestiale

Il Portale della Virtù Manifesta

Torre destra del Portale del Palazzo della Suprema Armonia


I SEI PALAZZI AD OVEST


Palace of Eternal Longevity (永寿宫)

Hall of the Supreme Principle (太极殿)

Palace of Eternal Spring (长春宫)

Palace of Earthly Honour (翊坤宫)

Palace of Gathering Elegance (储秀宫)

Palace of Universal Happiness (咸福宫)

Palace of Benevolence and Tranquility (慈宁宮 )


I SEI PALAZZI AD EST


Palace of Great Benevolence (景仁宫)

Palace of Heavenly Grace (承乾宫)

Palace of Accumulated Purity (锺粹宫)

Palace of Prolonged Happiness (延禧宫)

Palace of Great Brilliance (景阳宫)

Palace of Eternal Harmony (永和宫)




Ma quanto era ricca la Cina imperiale?!... La storia testimonia come lo sfacelo del grandioso Impero Cinese e la concomitante emorragia dei suoi beni artistici e non solo, sia iniziato ben prima della deposizione dell'ultimo Imperatore Qing, Pu Yi, per mano dei repubblicani di Sun Yat Sen nel 1912 e delle lunghe guerre civili culminate con l'instaurazione della Repubblica Popolare nel 1949.

Già a partire dalla prima Guerra dell'Oppio del 1840, persa contro l'aggressiva Gran Bretagna, parte della ricchezza favolosa della Cina era iniziata a confluire nelle tasche delle belligeranti superpotenze coloniali dell'Occidente. Diversi luoghi storici, simboli del potere cinese, vennero devastati, saccheggiati e distrutti durante decenni di guerre estenuanti contro le potenze coloniali europee ed una Russia ed un Giappone parimenti interessati all'espansione. 


Splendide porcellane blu della prima epoca Qing 

Un paio di esempi eclatanti. A Beijing, il meraviglioso complesso imperiale dell'antico Summer Palace venne dato fuoco (insieme a 300 eunuchi e servitori) dai britannici nel 1860 (Seconda Guerra dell'Oppio), di cui si salvarono solo i 13 padiglioni accanto al lago. Venne ricostruito nel 1888, ma nel 1900 la Rivolta dei Boxer (sommossa anti-imperialista, anti-stranieri ed anti-cristiana) rappresentò la scusa perfetta per l'Alleanza delle Otto Nazioni (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Austria-Ungheria, Giappone ed il Regno d'Italia) per penetrare con le armi in territorio cinese. Una volta occupata Beijing, il Summer Palace fu nuovamente saccheggiato e, questa volta, distrutto completamente. Due anni dopo venne ricostruito, ma popola deposizione dell'ultimo imperatore Pu Yi, divenne parco pubblico.


Summer Palace Vista

Mappa del Summer Palace del 1950

Stupendo ponte sui giardini. Ph credit: Hu Haiwei

Il Laghetto dei Fiori di Loto, che stanno per sbocciare


5) The Summer Palace o Yihe Yuan. A 10km da Beijing, la residenza estiva degli imperatori Qing consiste in circa 3km quadrati di preziosissimi giardini in stile cinese ed edifici (palazzi, templi, pavillions, ponti), dominati dalla Collina della Longevità e dal grande Lago Kunming (artificiale!). Le sue origini risalgono al 1153, da parte dell'Imperatore Wanyan Liang della Dinastia Jin, appartenente alla etnia Jurchen della Manchuria (poi ribattezzata Manchu): forse proprio per questo gli imperatori Qing amarono particolarmente quel luogo.

I francesi e gli inglesi depredarono sistematicamente i capolavori cinesi, tanto da costituire vere e proprie aste in cui si vendevano al miglior offerente beni come inestimabili porcellane di 3600 anni orsono. Il Museo Cinese del Palazzo di Fontainebleu (foto sotto), per esempio, venne fatto costruire per accasare l'ingente bottino dell'ultima Imperatrice francese Eugénie, moglie di Napoleone III. Inoltre, fu a seguito di queste lunghe guerre contro le potenze coloniali che la biblioteca più grande ed antica del mondo allora in esistenza, parte di un'antichissima Accademia di Studi costruita a Chang-an in epoca Tang 1200 anni prima, andò distrutta nel 1900 con il suo inestimabile patrimonio culturale. 







Questi pochi esempi dovrebbero dare l'idea di un paese ripetutamente devastato da guerre a difesa contro avide forze straniere e tormentato da lotte intestine che dureranno più di 80 anni. Ricostruire o rinnovare templi e palazzi antichi non fu quindi la priorità del governo della Repubblica Popolare, alle prese con un paese diviso e completamente a terra: la ricostruzione avvenne lentamente a partire dagli anni Ottanta, dopo la controversa Rivoluzione Culturale. 

6) Arriviamo ora ai templi, iniziando con il centrale Tiantan o Tempio del Cielo, in cui le dinastie Ming e Qing tenevano rituali propiziatori per i raccolti annuali. Si tratta di una imponente costruzione architettonica circolare con annessi giardini. Il tempio venne anch'esso  occupato, desecrato e saccheggiato prima dagli eserciti franco-inglesi durante la Seconda Guerra dell'oppio e poi dalla Alleanza della 8 Nazioni nel 1900. Il tempio cadde in rovina, e riparato per poi venire aperto al pubblico come parco nel 1918.


Tempio del Cielo: elegante fuori, profusione cromatica dentro.






7) Desidero includere alla lista lo splendido complesso di Yonghe Gong, o Tempio del Lama, anche se ad oggi non è un sito UNESCO. Si tratta del più grande tempio di Buddismo Tibetano al mondo, ancora abitato dai monaci. Fu costruito nel 1694 dall'Imperatore Kangxi per testimoniare la devozione del casato Qing al buddismo tibetano o lamaista, rafforzando l'amicizia con gli annessi Tibet e Mongolia. Mentre l'architettura è in stile cinese, gli interni sono un mix di tibetano e cinese, con iscrizioni in 4 lingue: cinese, tibetano, mongolo e manchese. Si compone di 5 cortili su cui si affacciano vari edifici, di cui il Palazzo delle 10.000 Felicità è il più grande. Al suo interno vi è un'imponente statua di Maitreya alta 26m di cui 8 sotterrati, scolpita da un unico gigantesco tronco di sandalo! Anche gli edifici circostanti contengono innumerevoli tesori tutti da ammirare.


Maitreya, statua in unico tronco di legno di sandalo alta 26m.

Antica mappa del colossaleTempio dei Lama


Entrata principale (sopra e sotto)



Tempio delle 1000 Felicità

Se il Yonghe Gong ha avuto la fortunata sorte di mantenere la sua originalità nei secoli, tacciare di spregevoli "falsità" le ricostruzioni (parziali o totali) di una Cina antica devastata dalle intemperie delle guerre e di straordinari cambiamenti socio-politici, mi pare un'asserzione che - al giorno d'oggi - puzza semplicemente di presa di posizione ideologica. Se in Giappone (per citare la nazione che è così di moda amare) molti antichi templi, castelli, città, rituali e costumi, tanto venerati dai turisti per la loro affascinante autenticità (anche laddove concettualmente d'importazione), sono stati preservati anche grazie ad una favorevole concomitanza di motivi storico-politici, è altrettanto vero che accademici ed artisti nipponici da sempre studiano ed amano profondamente la cultura cinese in quanto madre della straordinaria civiltà dell'Est Asiatico. Oggi la Cina è orgogliosa non solo della sua modernità, ritrovata affluenza e prestigio mondiale, ma è profondamente innamorata del suo incredibile, unico passato, che sta recuperando con grande slancio, perizia e generosità.


Tsongapa

Temple of Heaven





 

8) Ultimo sito UNESCO da visitare è il Grande Canale che collega Hangzhou con Beijing. Si tratta quindi della sua sezione finale ed è qualcosa da ammirare poiché si tratta del primo e più lungo canale artificiale al mondo (1776km), nonché l'opera di ingegneria civile più imponente mai costruita prima dell'avvento della rivoluzione industriale. Le sue prime sezioni risalgono al V secolo prima di Cristo! Si tratta praticamente di un fiume artificiale, che tocca ben 5 province e 25 città commerciali. Nelle montagne dei Shangdong raggiunge l'elevazione di 42m, grazie all'invenzione nel X secolo (Dinastia Song) del sistema di chiusa fluviale utilizzato poi in tutto il mondo per la navigazione di fiumi e canali. Il canale fu molto ammirato da Marco Polo alla fine del 1200 (restò incantato dal ricchi traffico commerciale di porcellane finissime, seta e vino) e dal missionario Matteo Ricci verso la fine del 1500. 


La colossale opera del Grande Canale

Vecchie foto del Grande Canale (sopra e sotto)






Quante meraviglie!!... E questa è solo una breve carrellata dei siti UNESCO concentrati a Beijing e zone limitrofe! Personalmente trovo interessantissimo, da osservatrice imparziale avida di apprendere, notare come la prima Cina socialista abbia affrontato con estrema durezza e determinazione la radicale trasformazione di un impero feudale incancrenito, in cui antica saggezza andava di pari passo con corruzione endemica, superstizioni, tradizioni obsolete e spesso crudeli (si pensi all'infausta usanza di fasciare i piedi alle donne dei ceti superiori per renderle appetibili pedine di scambio in matrimoni combinati). Mentre per esempio il Giappone del dopoguerra rinasce - come l'Italia stessa - sotto una più o meno palese occupazione USA, la Cina, prontamente rotti i ponti con l'URSS, si rimette in piedi da sola, con sacrifici indicibili ma certamente con il proprio orgoglio intatto. L'esperimento cinese, pur con tutte le sue problematiche, di dirigere e far crescere un'enorme nazione ed una società multietnica attraverso un sistema diverso dalla democrazia capitalista è senza dubbio intrigante e decisamente ammirevole se si paragona alla fragorosa debacle dell'URSS. La modernità, ricchezza tecnologica, economica e culturale della Cina odierna ha un potenziale infinito. "China is a sleeping giant. Let her sleep, for when she wakes she will move the world" disse Napoleone Bonaparte: la sua profezia si è avverata, nonostante i grandi travagli attraversati. Non è un caso che oggi si assista alla sua demolizione mediatica istigata da un traballante Impero USA, che già sotto Obama - con la Clinton in veste di Segretario di Stato responsabile della politica estera - aveva dato inizio ad una "guerra fredda" economica e territoriale (nel Mar della Cina, lungo il confine con l'India, nelle regioni in cui vivono minoranze etniche islamiche facili da sobillare, e così via.). Questa "guerra fredda", oggi in piena escalation, purtroppo coinvolge direttamente le ex-colonie occidentali, come la capitale britannica del riciclaggio Hong Kong (lo scandalo di qualche giorno fa della banca HSBC è solo la punta dell'iceberg), Taiwan, le due Coree ed il Giappone stesso, tutte determinanti pedine strategiche per gli USA. In un recente sondaggio di opinioni fatto per le strade di Tokyo, si chiedeva ai passanti cosa ne pensavano della Cina. Mentre tanti manifestavano dubbi o ignoranza sull'argomento, la risposta più bella giunse da una sorridente coppia di mezza età che dichiarò: "Sono nostri cugini! Amiamo la Cina: dovremmo essere tutti amici." 

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione di SENI E UOVA di Mieko Kawakami

MY FAVORITE DRAMAS OF 2020: IV PLACE

KIMURA TAKUYA: La nascita dell'IDOL