ITINERARI: SUZHOU, LA VENEZIA DELL'ORIENTE





La città cinese d Suzhou (gemellata con Venezia) è situata sul delta del fiume Yangtze (il Fiume Azzurro, uno dei più grandi al mondo), ed è a poca distanza dal lago di acqua dolce Thai Hu, uno dei più importanti della Cina, e meta turistica sin dall'antichità. È inoltre attraversata da una rete ordinata di canali che si collegano al Gran Canale che unisce Hangzhou a Pechino, opera colossale ultimata nel VI secolo, fondamentale per lo sviluppo dei commerci e la Via della Seta. Marco Polo descriverà Suzhou come la città dai 6000 ponti, mentre in Cina è noto il detto: "In cielo c'è il Paradiso, in terra vi sono Suzhou e Hangzhou".





La parte modernissima della città, oggi una delle sedi industriali e tecnologiche che attraggono più capitali esteri (si trova a poca distanza da Shanghai, che si può raggiungere anche con il treno superveloce), conserva gelosamente il suo cuore antico, sfoggiando una ricchezza svavillante di ponti, laghetti, pagode, e vanta alcuni dei giardini più belli e spettacolari al mondo. 





(Shangtang, Suzhou)


Shantang è una via pedonale storica lunga circa 4km risalente a XII secoli fa che costeggia entrambi i lati del grande canale che attraversa la città antica. È spettacolare, sia durante il giorno che di notte, grazie alle splendide illuminazioni delle classiche lanterne. Sono disponibili gite negli antichi barconi.

Suzhou venne fondata dalla Dinastia Shang nel 514AC, divenendo la culla della cultura Wu di 2500 anni fa. Il nome attuale della città risale alla Dinastia Sui (589DC). Sotto la Dinastia Tang, una delle più splendide dell'antica Cina imperiale, conobbe un periodo di particolare prosperità grazie alla costruzione di un altro canale artificiale per attirare il turismo. Venne inoltre edificato un tempio confuciano che divenne meta di visite imperiali. 







Sin dal X secolo la città era famosa per la produzione della seta (ancora oggi vi sono estese coltivazioni del gelso per i bachi da seta) e per l'arte del ricamo chiamata Su Xiu. Purtroppo la città venne distrutta svariate volte dalle guerre tra le varie dinastie. Abbiamo tuttavia la stupefacente testimonianza del nostro Marco Polo, che visitò Suzhou, e così la descrisse nel suo Il Milione (1298):

«Sugni è una molto nobile città. È sono idoli e al Grande Kane; moneta ànno di carte. Elli ànno molta seta e vivono di mercatantia e d’arti; molti drappi di seta fanno, e sono ricchi mercatanti. Ell’è sí grande, ch’ella gira 60 miglia, e v’à tanta gente che neuno potrebbe sapere lo novero. E sí vi dico che se fossero uomini d’arme quelli del Mangi, elli conquistebbono tutto ’l mondo; ma elli non sono uomini d’arme, ma sono savi mercatanti d’ogne cosa e sí ànno boni † ... † e naturali e savi fisolafi. E sappiate che questa città à bene 6.000 ponti di pietre, che vi paserebbe sotto o una galea. E ancor vi dico che ne le montagne di questa città nasce lo rebarbero e zezebe in grande abondanza, ché per uno veneziano grosso s’avrebbe ben 40 libbre di zezibere fresco, ch’è molto buono. Ed à sotto di sé 16 città molto grandi e di grande mercatantia e d’arti.» (Capitolo 147 Della Città Chiamata Sugni)








Dopo la distruzione da parte dei Mongoli, sotto le Dinastie Ming e Qing Suzhou godette di un lungo periodo di stabilità e splendore, durante il quale vennero costruiti gran parte dei suoi famosissimi giardini. Nel 1860 venne catturata dall'esercito ribelle durante la rivolta dei Taiping (nata per contrastare il regime corrotto dei Qing-Manchù, repressa dall'esercito imperiale con il supporto della Gran Bretagna, che all'epoca aveva interessi enormi in una Cina in decadenza). L'ultima devastazione che subì la città fu per mano dell'invasione giapponese, che distrusse gran parte dei favolosi giardini. Negli anni '50 questi vennero ripristinati fedelmente: ora ben 8 di questi fanno parte del patrimonio dell'UNESCO.





L'architettura della città, nonostante i vari rovesci di fortuna, ha fortunatamente conservato l'architettura tipica della Dinastia Song, ed i piccoli paesini oramai inglobati nell'area urbana della città conservano i loro costumi antichi. Presso il Museo dell'Antichità di possono ammirare cimeli che vanno dal Neolitico sino ai nostri giorni. Si possono poi visitare diversi templi, tra cui il Tempio della Riconoscenza, monumentale pagoda a nove piani risalente al III secolo, il Xuan Miao Guan, il Tempio del Mistero, costruzione taoista sempre del III secolo, e la pagoda di sette piani Riuguang (Pagoda del Tempio della Luce), che un tempo faceva parte di un tempio del III secolo, ora scomparso. Vicino alla pagoda vi è il portale d'accesso antichissimo della città, il Panmen, che risale all'epoca Wu, e che si stima abbia 2500 anni.



(Riuguang Pagoda)

(Panmen Gate)



Ma sono i giardini, particolarmente apprezzabili grazie al clima temperato della zona, a costituire l'attrazione principale del turismo di Suzhou. Un altro famoso detto cinese recita: "I giardini a sud dello Yangtze sono i più belli al mondo. Tra questi, quelli di Suzhou sono i migliori." 

Il classico giardino di Suzhou rappresenta un microcosmo di elementi naturali (acqua, rocce, piante) che stanno alla base degli insegnamenti filosofici di Laozi (filosofo del VI secolo A.C., si dice autore del Tao Te Ching e fondatore del Taoismo) e di Zhuangzi (mistico tra i fondatori del Taoismo). Secondo questi canoni, tipici della tradizione cinese più antica, dal nulla si vanno a creare, attraverso la costruzione di colline artificiali, corsi d'acqua, collocamento di alberi, arbusti, piante da fiore ed edifici, varie zone atte alla meditazione, alla lettura, alla scrittura, alla degustazione del tè, a suonare ed ascoltare musica. Ogni zona viene marcata da iscrizioni calligrafiche riferite a concetti filosofici o poemi, e da antiche stele. 







Tra i giardini imperdibili troviamo:




HUMBLE ADMINISTRATOR'S GARDENS


Il Giardino dell'Umile Amministratore copre una superficie di ben 5 ettari! Già sotto la Dinastia Song (1131-1162) esisteva nella zona un giardino che venne con il tempo ampliato e modificato, sino a che fece parte del tempio Dahing. Quest'ultimo venne dato alle fiamme durante le invasioni della Dinastia Ming. Fu allora (1513) che un emissario imperiale e poeta Ming originario di Suzhou, Wang Xiancheng, ritirandosi a vita privata, decise di ricostruire il giardino a mo' di eremitaggio, secondo i suoi raffinatissimi gusti. 






Disgraziatamente, il figlio dell'"umile" Wang perse il giardino a causa di una scommessa di gioco d'azzardo. In seguito il giardino ed i suoi edifici vennero suddivisi in tre parti ed acquistati da governatori e principi. Si dice che l'autore del famosissimo romanzo Il Sogno della Camera Rossa (uno dei 4 grandi classici della letteratura cinese), Cao Xueqin, avesse vissuto gli anni della giovinezza proprio in questo luogo, e che a questo si ispirarono le descrizioni fiabesche nella sua opera. Nel 1949, l'intero giardino passò in mano al governo cinese: riunificato, venne riaperto al pubblico. 







Il giardino contiene 21 alberi storici, e più di 700 penjing (o penzai, antichissima arte cinese del creare alberi e composizioni paesaggistiche in miniatura, risalente all'epoca Tang: i primi esempi grafici di penjing risalgono all'anno 700DC; a causa della maggiore divulgazione in occidente della cultura nipponica, sono più conosciuti i bonsai giapponesi, i cui primi reperti grafici risalgono tuttavia al 1300). 
Meravigliosi i padiglioni che creano giochi di prospettiva, gli intarsi ed i vetri colorati degli edifici, le elegantissime passerelle sull'acqua, gli stagni che creano suggestioni fiabesche, come i tre stagni che ricreano le isole mitologiche di Penglai.



(Collezione di più di 700 penjing)



(Interni dell'umile amministratore)





LINGERING GARDEN


Il Liu Yuan (Giardino di Liu), conosciuto anche come il Giardino Persistente (Lingering Garden), è sicuramente uno dei più belli della città. Fu creato da un funzionario della Dinastia Ming alla fine del 1500. Passò di mano parecchie volte, e nei secoli si allargò dalla parte centrale (la più antica) alle zone corrispondenti ai 4 punti cardinali per un totale di più di 23.000m.q, di cui un terzo è occupato da 48 splendidi edifici e padiglioni. 





Nel 1800 il giardino divenne un'attrazione turistica importante, e luogo d'ispirazione per artisti e poeti. Durante la guerra sino-giapponese, venne utilizzato come zona di allevamento di cavalli da guerra, ma dopo la costituzione della Repubblica Popolare venne ripristinato al suo splendore e riaperto al pubblico nel 1954. 







Notevole la collezione di Scholar Stones, le Pietre/Rocce dei Saggi, ovvero rocce dalla formazione naturale unica e distintiva, raggruppata nell'area denominata Stone Forest, Foresta delle Rocce. 
Mozzafiato le aree ricoperte di pini e bambù. Anche qui vi è una zona dedicata ai penjing.







LION GROVE GARDEN


Unico nel suo genere è il Giardino del Boschetto dei Leoni, o Lion Grove Garden, molto amato dai cinesi. Costruito nel 1342 da un monaco Zen nell'area di un tempio buddista, prende il nome dalle formazioni rocciose che richiamano simbolicamente il sutra del Ruggito del Leone. Inizialmente, il giardino consisteva di bambù e rocce dalla stranissima forma. Durante i secoli cambiò diversi proprietari, e venne ristrutturato nel 1589, sino a che non venne confiscato (in quanto proprietà dell'aristocrazia) dal nuovo governo della Repubblica Popolare, e riaperto al pubblico nel 1956.





Sui due acri di terreno vi si trovano 22 edifici, 71 stele e 13 alberi storici, che circondano un tranquillo laghetto artificiale centrale. Ciò che rende particolare questo giardino sono tuttavia le grotte di taihu (roccia calcarea porosa). Queste formano un impressionante labirinto naturale di ben 9 percorsi che portano a 21 caverne su tre livelli. Sovrastano la grotta i famosi Cinque Picchi Taihu, tra cui svetta il Picco del Leone. 
























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