CROSS FIRE: Un gioiellino tra i C-drama recenti



Ieri sera ho terminato la visione delle 36 puntate di CROSS FIRE su YouTube (eng. sub.). Pensavo di fare un semplice post sulla mia pagina Facebook per segnalarlo, ma in realtà questo C-drama  stramerita più attenzione.

Chi segue vloggers di qualità come AvenueX e Marcus Sim, dovrebbe già sapere che Cross Fire è stata la loro serie preferita del 2020 in assoluto. È grazie a loro che mi sono decisa a guardarlo, nonostante le iniziali riserve: è considerato un youth drama, ed è per di più incentrato sugli e-sports (videogaming)... mi piacerà??? 




La risposta è stata simile a quella di tutti coloro che hanno approcciato Cross Fire con riluttanza, vuoi per timore di trovarsi di fronte alla solita solfa di candidi ma tormentati amori adolescenziali, vuoi per la carenza d'interesse nei giochi online guerrafondai. Grazie al cielo, mi sono lasciata tentare!!! 

Vi è una lunga serie di motivi che fanno di questo drama contemporaneo una delle produzioni più nuove, fresche, dinamiche e convincenti degli ultimi tempi. Vediamone alcuni.

Lo screenwriting di Xu Su si basa sul videogioco CrossFire (apparentemente non ancora in commercio in Italia), in cui si scontrano due piccoli team di élite militari opposte. Attraverso la storia parallela di due squadre amatoriali formate da 5 elementi cadauna nate rispettivamente nel 2008 e nel 2019, ed i cui capitani s'incontrano all'interno del game a causa di uno sfasamento spazio-temporale, la serie narra innanzitutto come l'e-sport sia recentemente divenuto una categoria professionista, tanto da essere inserita tra gli sport olimpici a partire dal 2020. 





All'interno del pathos creato dalla lotta per la sopravvivenza delle talentuose e determinatissime squadre attraverso dure competizioni, dai rollercoaster emotivi di cui sono protagonisti i vari personaggi e dall'intreccio tra time-travel e mistery/thriller, si stratificano in modo avvincente temi importanti come disabilità, diversità, inclusione, amicizia, rettitudine, sportività, bromance, romance e, soprattutto, il diritto di perseguire i propri sogni a dispetto delle norme sociali, ma sempre in modo etico e responsabile.






Le immagini CGI delle gare sono avvincenti e ricche di suspence anche per i profani del gaming, e le varie modalità in cui si svolgono i vari round prevedono cambi di outfit decisamente cool. Nella vita reale i giocatori sono un misto di timidi nerd, ragazzi squattrinati con voglia di emergere, asociali arroganti e ragazze tostissime determinate a farsi valere in un mondo prettamente maschile. Tra tutte spicca Su Jia Yi (S-1), interpretata da Pan Mei Ye, che mostra l'evolversi della propria personalità, dal nascondersi dietro al personaggio mediatico di cool cosplayer sino all'accettare se stessa con tutte le sue vulnerabilità.






I 4 personaggi principali sono adorabili, ognuno con le proprie idiosincrasie, i propri talenti e soprattutto grandi dote umane, nonostante la giovane età. Xiao Feng (Seven), interpretato dal favoloso Lu Han (trentenne idol superstar, detto il Justin Beiber cinese) e An Lan, interessato dalla cantante/attrice sino-australiana Cecilia Boey, appartengono alla prima generazione. La loro storia d'amore si concretizza solo nella seconda fase, ovvero 11 anni dopo il primo incontro (non intendo spoilerare il nucleo principale della storia, quindi non spiegherò il perché). Va notato che, una volta riunita, la coppia dà luogo ad un lungo e bellissimo momento in cui vediamo una cosa che raramente appare nei C-drama: un bacio vero, alla francese, che trasmette tutto il trasporto emotivo di un momento atteso da troppo tempo. 











La seconda coppia è quella dei giovanissimi Lu Xiao Bei (North) interpretato da Leo Wu (Tomb of the Sea, 21 anni, uno dei Four Little Heavenly Kings con Wang yi bo, Wang Jun Kai e Liu Hao Ran) e Chu Ge, interpretato da Dai Lu Wa. Lui è privo dell'uso delle gambe sin da bambino a causa di un misterioso incidente stradale rimasto insoluto (la parte thriller del drama) mentre lei, minuta e capelli alla maschietto, è un talento nella corsa. Entrambi outsider e con i propri problemi psicologici dovuti a complicati eventi famigliari, si ritrovano compagni di banco all'ultimo anno di liceo ed a fatica cuciono un'amicizia che poco a poco diventa amore non dichiarato. Le dinamiche tra i due sono forse le meno interessanti, ma è grazie all'aiuto della ragazza che Xiao Bei riacquista l'uso delle gambe. Qui la trama diventa certamente meno realistica, nel senso che la riabilitazione (anche se alla radice vi era principalmente un blocco psicologico) dovrebbe durare molto più a lungo, ma sono elementi che si possono perdonare perché contribuiscono all'iniezione di positività che trasmette il drama.




A parte lo struggente bacio che ho menzionato sopra tra Xiao Fan e An Lan, i momenti più passionali in assoluto all'interno della serie giungono dall'amicizia che si instaura tra Xiao Fan e Xiao Bei, la quale, verso l'epilogo, sboccia in un bromance di proporzioni grandiose! Gli abbracci traboccanti si passione tra i due tolgono il fiato, tanto da far scomparire completamente l'impatto delle relazioni dei due con le rispettive ragazze. L'amore ha tante sfaccettature e vedere un trasporto emotivo (sessuale o meno) manifestarsi così apertamente tra individui dello stesso sesso, è un vero piacere per gli occhi e per il cuore. (Sto preparando un articolo sul genere BL: credo che sia proprio ora di parlarne!)











Vorrei ancora far notare i riferimenti al Giappone, poiché piuttosto significativi. Se da un lato al cosplay, importato dal paese del Sol Levante, viene implicitamente attribuito un connotato negativo laddove diventa un mezzo per occultare i propri problemi psicologici, dall'altro quando S-1 smette i panni delle eroine di manga ed anime per trovare la propria personalità, continua a vestirsi con uno stile cool e spregiudicato e chiaramente di stampo street-Japan. Non c'è invece dubbio su chi rappresentano i "cattivi" nella serie: è dal Giappone che arriva la terribile tecnologia che mette a rischio la vita dei giocatori, ed è la squadra nipponica (capitanata da un "traditore" cinese) che rappresenterà l'ostico avversario sadico e corrotto durante i campionati del mondo. 


Il finale del drama è un vero tripudio, e mi ha emozionata tantissimo. Se siete amanti dello sport, anche se lo seguite solo durante le competizioni più importanti, come per esempio le Olimpiadi, saprete benissimo quale sia la forza delle emozioni che, sin da tempi remoti, gesta eroiche da parte di essere umani dalla forza fisica e mentale straordinarie suscitano in noi durante i momenti di vittoria, specialmente se insperati. Il lago di rosso che colora il felice epilogo di Cross Fire non può non commuovere. 











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