GIAPPONE VS. CASALE COMICS & GAMES 2019



La mia prima esperienza della fiera del fumetto Comics & Games di Casale Monferrato (AL), giunta alla sua IV edizione, è stata più che positiva. I veterani dell'evento mi hanno raccontato, con passione ed entusiasmo, come ogni anno esso sia cresciuto, divenendo sempre più bello ed interessante: ci auguriamo che possa continuare ad evolversi, con il contributo di tutti noi.

Già appassionata di manga ed anime da tempi immemorabili (iniziai con il divertente ed ironico Lupin III e poco dopo m'innamorai dell'avvincente saga del tenebroso ed eroico Capitan Harlock), non potevo mancare all'appuntamento anche per via della presenza dell'Associazione Yamato, curatrice dell'Area Giappone. L'associazione, di cui ho desiderato far parte ancor prima di riapprodare nella mia città natale dopo più di 30 anni vissuti all'estero, rappresenta a mio avviso una delle forze motrici della tanto attesa rinascita culturale di Casale (al tema delle potenzialità della nostra bella città storica, che mi sta molto a cuore, ritornerò in altra sede).

Organizzata dalla start-up mON!, la fiera si è svolta sabato 15 e domenica 16 giugno e comprendeva una panoramica approfondita sul fumetto con una massiccia presenza di artisti coinvolti in conferenze e live-drawing, ed espositori. E poi giochi e videogames, con la partecipazione di game designers e doppiatori, il coloratissimo Cosplay Contest, musica ed esibizioni per tutti i gisti. A completare l'evento, la già menzionata area dedicata alle delizie culturali del Giappone, con mostre, workshop e stand, nonché dimostrazioni come la suggestiva cerimonia del thé e la prova del kimono. Il contenitore di questo effervescente mondo era il Castello dei Paleologi, opera splendida risalente alla metà del 1300, simbolo dell'importanza che rivestì Casale sotto il potente casato Paleologo, passando poi ai Gonzaga ed infine ai Savoia.

                    (Immagine aerea del Castello Paleologi. Source: Touring Club Italy)

Anche se il mio nuovo blog vuole soffermarsi su tutto ciò che ha pertinenza con il Giappone, vorrei comunque menzionare l'interessante conferenza di sabato a cura di Alberto Angelini su una bella uscita per Edizioni BD: Last Godbye, un tributo a Jeff Buckley, una biografia a fumetti sullo straordinario musicista statunitense prematuramente scomparso nel 1997, con meticolosa sceneggiatura di Micol Beltramini ed illustrazioni della casalese Gea Ferraris.



Ma veniamo finalmente al nostro Nihon!
Anche grazie alla collaborazione del Consolato Generale del Giappone a Milano, la Yamato ha allargato la propria area espositiva, creando una vera e propria oasi piena di suggestioni ed irresistibili inviti ad immergersi in una cultura affascinante.

L'Area Giappone dava il benvenuto ai visitatori (davvero moltissimi) con l'allestimento di un bellissimo giardino tradizionale in miniatura, con tanto di fontana a canna di bambù (sōzu, ovvero un shishi odoshi, una sorta di spaventapasseri usato per allontanare uccelli ed animali), lanterna, bonsai, bambù e zona Zen con i classici cerchi concentrici disegnati sulla ghiaia.


Si entrava quindi nel vivo delle arti tradizionali. Come non si poteva restare stregati dalla tradizionale pittura ad inchiostro, il Sumi-e, presentata dal maestro Koike Shozo. In questa espressione artistica la squisitezza delle pennellate, fluide ma al tempo stesso meticolosamente controllate, viene messa in risalto dalla profonda semplicità di composizioni raffiguranti poetici elementi naturali. Dettagli di bambù, preziosi fiori appena sbocciati, carpe che nuotano serenamente in un laghetto sotto la pioggia, crisantemi che s'avviano ad una sfioritura pregna di mesta bellezza...


Disegnando dal vivo su raffinati cartoncini di varie dimensioni, l'esperto sensei dimostrava, con la sua solita affabilità, l'arte centenaria dell'utilizzo dell'inchiostro giapponese, fatto di resina di pino affumicata ed unita a colla animale; conservato in forma solida, viene usato con una sapiente diluizione con acqua e pennelli d'elevata qualità. Il pennello va maneggiato con una particolare tecnica, che si può imparare ai corsi annuali tenuti dal maestro presso l'Associazione Yamato in Via Garibaldi 18 (di cui egli ne è presidente).


Altrettanto affascinante era lo stand della calligrafia giapponese, o Shodo, a cura di Vera Marchini. Vera ha spiegato come nella tradizione nipponica la bella scrittura rappresenti una forma d'arte venerata al pari della pittura, della musica, della danza e delle arti marziali (kendo), tanto da essere definita come "la via della scrittura", nel senso di vero e proprio percorso artistico e spirituale.

                          (Vera posa con Desirée, insegnante di lingua Giapponese)


Anche qui, come con il sumi-e, è necessario allenare la mano ed il braccio alla tecnica corretta dell'uso del pennello: la sua inclinazione, la maniera di adoperarne la punta, sempre di finissime setole animali. Seguire il corso di shodo con Vera, presso la Yamato, significa anche apprendere nozioni storiche ed artistiche, oltre che stilistiche e formali.

                                                                             (Shodo)


A Cristina Miglietta era affidato l'allegro stand di origami, come sempre di particolare interesse per i bambini, ma non solo. Preziosi gli intricati fiori, animali, insetti, oggetti tradizionali e deliziose figurine in kimono creati attraverso la paziente arte di piegatura della coloratissima carta. Cristina non manca mai di rallegrare le numerose feste che si tengono presso l'Associazione, come per esempio la tradizionale festa dei bambini Kodomo no hi che si celebra il 5 maggio.


Lo shibori è una tecnica della tintura e decorazione a mano del tessuto, che divenne molto popolare nell'epoca Edo, specialmente con l'uso dell'indaco. Il simpatico Takeshita Akifumi di Kyoto, dimostrava ai visitatori come, attraverso la piegatura, legatura, attorcigliatura e manipolazione del tessuto, si possano creare, grazie alla tintura d'immersione, delle fantasie astratte che possono essere molto intricate e comunque sempre d'effetto. Anche Aki-san offre workshops presso la Yamato.




Si giungeva quindi alla Sala del Tatami, di particolare successo, dove si teneva la cerimonia del thé a cura di Tina Alves. Vestita in uno splendido kimono in seta (nonostante il gran caldo!), Tina mostrava con grazia ad un pubblico affascinato come viene preparato e gustato il thé matcha nella maniera tradizionale giapponese, servito in bellissime tradizionali tazze in terracotta verde.




Sempre a Tina era affidato il compito di dimostrare come viene indossato lo yukata, ovvero il kimono estivo di cotone. Al contrario del kimono di seta vero e proprio, che comprende più di uno strato e la cui vestizione (inclusa la complessa piegatura ed annodatura dell'obi, la fascia altamente decorativa che lo tiene in posa) deve essere fatta da due persone, lo yukata può anche essere indossato senza l'aiuto di terzi. Aspettiamo con gioia un tuo workshop alla Yamato su come indossare il kimono di seta, Tina!



Altra area molto interessante era quella dedicata alle arti marziali, a cura del dojo Na Ka Ryu Casale. Presenti erano i due rinomati sensei Paolo Cornaglia (maestro di Karate - VI Dan!!) e Roberta Botto (Aikido), sempre disponibili per fornire informazioni sulla bellezza della loro arte e sui loro corsi.


L'area Giappone terminava con una zona espositiva contenente i bellissimi bonsai di Paolo Giai, composizioni ikebana di Silvia Miglietta, ed una mostra di oggetti tradizionali, antichi e non, come bambole in costume, maschere, kokeshi in legno, e soprattutto una bacheca contenente una preziosissima riproduzione di un'armatura di samurai di alto rango.

(L'enigmatica maschera della volpe, kitsune; molto popolare nel folklore giapponese, la volpe è considerata per lo più un essere saggio ed intelligente, con facoltà paranormali)


La Ō-Yoroi, personalizzata con il mon (stemma) del clan d'appartenenza e con splendide decorazioni mirate a porre in risalto il rango del guerriero, era composta da vari elementi atti a proteggere le varie zone del corpo. Di particolare fascino la maschera ed il copricapo, su cui spiccava una decorazione particolare, spesso molto appariscente, che aveva il fine di contraddistinguere un condottiero feudale di alto rango da un altro. (Famosissimi l'elmo e la maschera rossi di Takeda Shingen, e l'elmo nero con la leggendaria mezzaluna argentata di Masamune Date, due eroi del periodo Sengoku.)


                (Date Masamune, the One-Eyed Dragon, dal videogame Sengoku Basara)

Dulcis in fundo, l'area espositiva culminava con una esposizione di kimono facenti parte della collezione privata di Magda Sgambato: non solo da ammirare, ma anche da acquistare ad un prezzo favoloso! Occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire... Non appena ritornerà dalla lavanderia (spero intatto), vi mostrerò il mio meraviglioso kimono in seta di seconda mano. Giuro che quest'autunno (passato il caldo!) mi vedrete passeggiare per via Roma in kimono...



Ovviamente il Giappone era massicciamente presente nell'area dedicata ai fumetti. Visitatissima, in particolare, l'Artist Alley con la bravissima disegnatrice free-lance di manga Federica Di Meo (procuratevi il suo ottimo fumetto Somina - Caccia al Tesoro, per la Panini Comics), sempre accompagnata dal suo bellissimo cane! Due giornate intense per la simpaticissima e disponibilissima artista, la quale è stata impegnata costantemente nell'eseguire commissioni a mano libera e, come se non bastasse, nell'area ComiXXX (favolosa expo del fumetto X-rated, ottima idea: l'arte non conosce barriere, l'amore neppure!!), in worshop e conferenze.


In veste di autrice della copertina del nuovo libro Blood Type: Blue Water a cura dell'Associazione Eva Impact, Federica era infatti ospite della conferenza che poneva a raffronto le due serie televisive capolavoro di Anno Hideaki, ovvero Neon Genesis Evangelion e Nadia - Il mistero della Pietra Azzurra. Eccola qui sotto mentre disegna dal vivo il personaggio di Nadia. Se volete imparare i segreti del manga, potete trovare la instancabile ed entusiastica Federica presso l'associazione Yamato.



Per finire, una menzione speciale va al divertente Cosplay Contest, che ha fatto della fiera un vero e proprio spettacolo. Durante le due giornate si sono aggirati per il Castello e per il centro di Casale personaggi straordinari: imparruccati, avvolti, inscatolati (nel caso di particolari robot!) e dipinti con colori sgargianti, decine di ragazzi e ragazze hanno sfidato il caldo per mostrare la loro creatività e desiderio di vivere sulla propria pelle i personaggi dei loro manga/anime/games preferiti.
Mi auguro che la manifestazione attiri sempre più cosplayers da ogni dove!

(Foto di Ilenia Sparacino)

                                                                (Foto x 3 di Ilenia Sparacino)




A detta di tutti la Casale Comics & Games 2019 è stata un successo, ed ho il sospetto che la prossima edizione avrà in serbo nuove bellissime sorprese!
Per finire, una carrellata fotografica della fiera, ma non prima di aver ringraziato tutto il volenteroso ed espertissimo team dell'Associazione Yamato per il loro grande lavoro. Dōmo arigatō gozaimashita.
Mata ne...











(Foto di Ilenia Sparacino)

(Foto di Ilenia Sparacino)






(Photos by Emi Hey and Ilenia Sparacino)
















Commenti

  1. Lovely exhibition ! Complimenti . The girl wearing the pink and gold Chinese costume from House of Flying daggers in the cosplay contest on Saturday is Eleonora Burzio. That costume was made by her . The costume and other costumes in the film were designed by the famous Emi Wada a Japanese costume/clothes designer.

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    1. Grazie per le bellissima foto <3 Great article, complimenti :)

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