MUSK MING, CHINESE QUEER ARTIST
Porta un top a righe sottili bianche e nere sotto ad una sottile giacca in tinta unita nera. È leggermente spettinato, il volto pallido ed un po' stanco di chi ha viaggiato e fatto le ore piccole. Lo sguardo, dietro ad un paio di occhiali da vista dalla montatura leggera, è quello serio e pensieroso di uno studente in attesa di un esame importante. Di fronte a lui, al tavolo della colazione dell'hotel, siede un uomo maturo dall'aria da professore di filosofia in pensione. Premuroso e silenzioso, quest'ultimo lo vizia con una seconda dose di caffè ed un'enorme fetta di torta al cioccolato. Termino il mio tè verde, saluto con un cenno del capo, e mi inoltro per le vie di Prato in cerca del Museo del Tessuto. Sbrigate le procedure di accredito, mi accomodo nell'accogliente sala delle conferenze, per trovarmi nuovamente accanto a lui. Questa volta, nei panni della star della mostra IDEM/ALTER: MUSK MING. Ora è privo di occhiali, accuratamente pettinato, e sfog